Nell’ambito del gruppo di prodotti BesTex ® sono inseriti diversi tipi di materiali, come biotessili in fibra di cocco e di iuta, stuoie filtro, biostuoie per il controllo dell’erosione, biostuoie di canna e di Miscanthus. Questi prodotti sono utilizzati principalmente per la tutela del paesaggio e per la protezione dall’erosione, per la rigenerazione delle acque e di suoli in aree soggette a recente costruzione o movimentazione del terreno. Sono possibili, inoltre, applicazioni speciali, tra le quali si ricordano, ad esempio, stuoie per la protezione invernale di alberi, staccionate di protezione per le dune di sabbia, ma anche l’impiego per le piscine e gli stagni, ad esempio, come protezione verso le cadute o come rete di protezione dalle foglie. Occorre dare una specificazione delle differenze tra biotessili e biostuoie. I primi sono una struttura piatta composta da fili, i quali vengono definiti ordito o catena se si trovano disposti in lunghezza, trama se sono disposti in orizzontale. La creazione di un biotessile avviene mediante la tessitura: i fili dell’ordito vengono alzati o abbassati e i fili della trama vengono di conseguenza abbassati o alzati per intrecciarsi con i primi e creare una maglia. Spesso nei biotessili i fili della trama sono più sottili di quelli dell’ordito, cosicché le forze che incidono sul biotessile sono sopportate completamente dall’ordito e i fili della trama servono solo a fissare la posizione di questi ultimi. In questo modo si ottiene una superficie stabile e al contempo flessibile. I parametri principali relativi ai biotessili sono il materiale utilizzato (ad esempio cocco o juta), la massa areica espressa in g/m2, lo spessore dei fili e il tipo di intreccio esistente tra di essi. Per l’applicazione nell’ingegneria naturalistica, i valori principali da considerare sono il materiale fibroso utilizzato, la massa areica, la larghezza della maglia (maglia aperta tra trama e ordito) e la resistenza alla trazione (in Newton). Generalmente i biotessili sono bidimensionali. Le forme speciali tridimensionali sono quelle dei geotessili in fibre di poliestere. Le biostuoie, invece, sono prodotte con fibre (cocco, paglia, fieno, lana o materiali sintetici come il polipropilene (PP)). Queste ultime vengono lavorate con una rete/tessuto superiore e inferiore, ad esempio di juta, cocco o un biopolimero, cosicché le fibre formano un tessuto per giustapposizione e risultano “intrecciate” grazie alla rete superiore o inferiore. Le fibre quindi non sono inserite nel prodotto (stuoia) come fili di trama e ordito. La differenza principale nell’applicazione sta nel vantaggio di una posizione molto omogenea e compatta delle singole fibre, grazie alla quale si ottiene una maggiore stabilità del filtro rispetto ai tessuti “aperti”, ovvero con una maglia aperta che si può definire rete. Anche le reti di fibra di cocco o fibre sintetiche, come ad esempio il polipropilene (PP) o il polietilene (PE), vengono generalmente prodotte come già descritto per i tessili.